La chitarra è uno strumento meraviglioso. Il suo corpo sinuoso ricorda le forme sensuali di una donna, la sua voce è una lunga scia di suoni e armoniche, e per suonarla e farla vibrare è necessario abbracciarla e stringerla a sé. Insomma, l’esperienza esecutiva e uditiva con la chitarra è una sorta di amplesso musicale e spirituale che gratifica e consola. Difficile resistere.

Sebbene ogni tipo di chitarra abbia grandi potenzialità espressive ed emotive, esistono strumenti che rendono al meglio se suonati con una tecnica piuttosto che con un’altra, così come forma, legni e modalità costruttiva di uno strumento possono esaltare le potenzialità stilistiche della tecnica scelta.

Parlando di fingerstyle, e facendo un rapido volo d’uccello sulla storia di questa tecnica, si può notare come i suoi esponenti ne interpretino il linguaggio con gli strumenti più diversi tra loro, per tipologia e forma, con risultati sonori assai differenti, ma tutti straordinariamente efficaci.

C’è chi suona il fingerstyle con la chitarra con corde in nylon (quella che comunemente chiamiamo “chitarra classica”), come ad esempio Duck Baker e Muriel Anderson, chi con la dreadnought (la tipica “chitarra folk” a cassa grande), vedi Michael Hedges o Peppino d’Agostino, chi con la small body, nel caso di Franco Morone e di Tommy Emmanuel, addirittura chi con la chitarra elettrica, su tutti Mark Knopfler: artisti che piegano lo strumento alle loro necessità, finendo col regalare comunque momenti emotivi intensi e indimenticabili, indipendentemente dalla chitarra scelta.

Tuttavia esiste uno strumento più adatto a questo stile, naturalmente secondo un’esperienza e un gusto personali, che ne esalta la polifonia armonica e ritmica. Credo che questo strumento si possa identificare con una chitarra con corde in metallo (quella che comunemente chiamiamo “chitarra acustica” o “chitarra folk”) con corpo medio-piccolo, spesso denominata “grand auditorium” quella con corpo medio e “grand concert” quella con corpo piccolo, costruita con i legni abete per la tavola armonica e palissandro per fasce e fondo.

Questa tipologia di strumento ha un suono preciso ed equilibrato, un buon sustain, e una distanza tra le corde che permette alle mani di muoversi con agio anche durante gli arpeggi più fitti e veloci. La qualità sonora varia da marca a marca, naturalmente (così come il prezzo, ahimè!), ma di fondo è una chitarra particolarmente indicata per il fingerstyle per bilanciamento, presenza sonora, attacco incisivo, forma di facile presa e peso non eccessivo, aspetti difficili da riscontrare in una chitarra con cassa grande.

A ogni modo, prima di scegliere uno strumento, per qualsiasi genere tu voglia suonare, come sempre il consiglio che ti do è di fare una prova comparativa e di sentire sulla tua pancia, chitarra in braccio, le differenze sonore e timbriche tra i vari strumenti. Questo è l’unico modo per innamorarsi di una chitarra: abbracciandola e suonandola. Più che puoi.


8 Replies to “Una chitarra per il fingerstyle”

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