La retta è un cerchio che non si chiude mai
Il libro racconta dell’incontro in un campo di grano tra due persone: David Verso, un giovane pittore dall’animo irrisolto e combattuto, e un enigmatico uomo con undici dita, dall’aspetto speculare al giovane. David, per i dettagli misteriosi che lo conducono in quel luogo e benché fosse ateo, si convince che l’uomo con undici dita sia in effetti Dio e inizia a porgli inevitabili e universali domande. Ne nasce un dialogo intenso che finirà con il rivelare le scelte che lo hanno condotto ineluttabilmente in quel campo di grano.
[…] Combattuto nelle intenzioni e nelle emozioni, tornai di nuovo con lo sguardo sulla scena del funerale, ma realizzai che nel frattempo tutto era sparito: la lapide, la fossa, la bara, la gente, il prete e l’intero cimitero. Non c’era più niente, soltanto grano. Grano a perdita d’occhio.
La curiosità verso il rapporto tra uomo e Dio, la fascinazione per la pittura di Van Gogh, per la poetica della “Divina Commedia”, per lo spazio e per la fantascienza giocano un ruolo piuttosto definito in questa storia, costantemente sospesa tra sogno e realtà e in cui il tempo sembra essersi fermato tra presente e passato. È un libro sulla diversità e sull’inintelligibile forza dell’amore.