Prima che i chitarristi “classici” si affannino a commentare per confutare quanto sto per scrivere, voglio ricordare subito che questo articolo, così come tutti gli articoli didattici di questo blog (vedi la categoria “Consigli fingerstyle”), è rivolto agli appassionati di fingerstyle (che sia esso eseguito sulla chitarra con corde in metallo o in nylon) e che tutte le indicazioni fornite da questo avamposto web sono in effetti il naturale supporto ai manuali che ho scritto nel corso degli anni per apprendere la tecnica del fingerstyle.
Con questo non voglio certo ghettizzare o precludere alcunché, amo la condivisione e a essa è rivolto ogni mio proposito, tuttavia trovo necessario ribadire ancora una volta le intenzioni che animano questo spazio, perché le indicazioni che si possono dare per una tecnica potrebbero non essere efficaci per l’altra e viceversa, e perché alcune regole si differiscono tra i due mondi in modo piuttosto definito, sebbene i due strumenti (e i loro rispettivi repertori) possano apparire simili, o addirittura uguali, a molti.
Fatta questa opportuna premessa, il consiglio che voglio darti tra le righe di questo post riguarda la diteggiatura della mano sinistra (o fingering) segnalata su spartito e l’importanza che assume nell’esecuzione sulla tastiera. A quanto espresso prima c’è da aggiungere — per continuare e concludere il parallelismo con il mondo della chitarra con corde in nylon — che un qualsiasi spartito fingerstyle è molto diverso da quello di un brano del repertorio classico e non solo per la presenza della tablatura nel primo, ma anche e soprattutto per le notizie che forniscono le due notazioni, diverse in quantità e dettagli.
Uno spartito “classico” è di certo più ricco di informazioni ed è molto più preciso ed esaustivo riguardo la diteggiatura da usare, rendendo di fatto più agevole la decodifica di posizioni e passaggi. Uno spartito fingerstyle, invece, è scarno e, a parte qualche eccezione, non segue l’esecutore nell’evoluzione delle dita, ma lo lascia orfano di linee guida chiare, costringendolo a una libera interpretazione dei movimenti.
Questo apparente deficit, in realtà, diventa l’occasione per fare una considerazione di notevole importanza. Per quanto tali indicazioni possano essere utilissime coordinate, in effetti non sono indispensabili. Non sempre la diteggiatura proposta è l’unica possibile, infatti spesso alternative apparentemente più ingarbugliate risultano essere alla fine più efficaci, per quelle diversità fisiche e di reazione che rendono le persone un universo unico e irripetibile, ognuno con esigenze e aspettative assai differenti.
La diteggiatura notificata, dunque, non deve essere vista come un dogma, bensì come una semplice e opportuna indicazione, la cui strada segnalata è la più diretta per arrivare a destinazione, ma non l’unica, un po’ come lo è la soluzione autostrada a scapito di stradine di campagna.
Nel mondo fingerstyle, che si tratti di spartiti o di postura, di impostazione o di unghie, a vincere sono sempre l’ergonomia e le soluzioni del singolo, mai la rigidezza di regole generiche e poco versatili. Se le indicazioni fornite risultano di difficile approccio, allora cambiare direzione diventa non solo vivamente consigliato, ma una scelta necessaria.